L'età del dubbio/l'âge du doute

Concetta Modica e Sophie Usunier sono state invitate in residenza in Sicilia per un mese. Confessioni, paure, dibattiti tra le due artiste su L'ETÀ DEL DUBBIO che si è concluso in una mostra.

“Il lavoro si baserà sulla nostra convivenza, sulla condivisione degli spazi, sul nostro modo di lavorare sia insieme che individualmente, su come ci relazioneremo con la città. Una di noi conosce la Sicilia da sempre e l’altra la vede per la prima volta, gli occhi di ognuno faranno da filtro per l’altra”.

Le artiste hanno invitato per l'occasione Francesca Alfano Miglietti, Luigi Fassi, Francesco Lauretta, Francesco Lucifora, Don Antonio Sparacino.

* Concetta Modica et Sophie Usunier ont été invitées en résidence qu'elles ont intitulée L'ETÀ DEL DUBBIO (l’âge du doute). Confession, peurs, débats entre les deux artistes sur ce thème qui s'est conclu par une exposition.


“Le travail se basera sur notre cohabitation, sur le partage du lieu, sur notre mode de travailler que ce soit ensemble ou individuellement, sur notre relation à la ville de Sicily. Une d’entre nous connait Scicli depuis toujours, et l’autre la voit pour la première fois, Nos propres yeux serviront de filtre à l’autre”.


Les artistes ont invité pour l’occasion Francesca Alfano Miglietti, Luigi Fassi, Francesco Lauretta, Francesco Lucifora, don Antonio Sparacino.




mercoledì 31 luglio 2013

            Immagine tratta da instagram.com/aiww
Ai Weiwei con suo padre nel 1959, dopo che la sua famiglia era stata esiliata e costretta a vivere in un vero e proprio buco al limitare del deserto del Gobi.

Lucia Leuci


*
Ai Weiwei avec son père en 1959, après que sa famille ait été exilée et contrainte de vivre dans une trou perdu à la frontière du désert de Gobi.

"Il mio più grande dubbio riguarda la Pittura. Spero di non avere mai certezze."

Matteo Fato


anche questa frase mi è sempre piaciuta, ve la mando come citazione se può servirvi:

"Io rispetto la fede ma è il dubbio che ti educa". (Bruce Lee)


*
"Mon plus grand doute concerne la Peinture. J'espère n'avoir jamais de certitudes."

Cette phrase aussi m'a toujours plu, je vous l'envoie comme citation si jamais elle peut vous servir:

"Je respecte la foi mais c'est le doute qui t'élève".(Bruce Lee)


forse

Molte persone mi fanno notare che “forse” è un intercalare che uso spesso, seguito o preceduto da una pausa, forse.

Ermanno Cristini
*
Beaucoup de gens me font remarquer que "peut-être" est une parole intercalaire que j'utilise souvent, suivie ou précédée d'une pause, peut-être.

TALK il 7 e 9 agosto 2013


 
Arte: a Scicli (Rg) prosegue il progetto "Habitat #2" press Clang
27 luglio 2013 alle ore 13.34

 In programma due talk e la mostra "L'età del dubbio" frutto della residenza artistica



Due talk, il 7 e 9 agosto, per parlare d’arte anticipando l’opening di “Habitat #2 – l’età del dubbio” che già dallo scorso 9 luglio vede per un mese intero lo spazio espositivo di Clang nuovamente trasformato in residenza d’incontro creativo per due artiste, l’italiana Concetta Modica e la francese Sophie Usunier.
I due talk vedranno illustri ospiti di rilievo nazionale e internazionale, scrittori e pensatori, e si svilupperanno all’interno di spazi suggestivi di Scicli (Rg), la città barocca che accoglie la sede di Clang che si trova in via Mormino Penna, patrimonio dell’Umanità.

Il primo talk è in programma per il 7 agosto alle ore 20 nella suggestiva “Grotta del Timponello”, nel quartiere San Bartolomeo di Scicli, con ingresso da Chiafura. Saranno ospiti Luigi Fassi, Francesco Lucifora e Francesca Alfano Miglietti che presenterà il film di Vic Muniz Waste Land.

Suggestiva la location anche del secondo talk, in programma il 9 agosto sempre alle 20 all’interno del bellissimo Giardino di San Giovanni in via Mormino Penna. Ospiti saranno don Antonio Sparacino e Francesco Lauretta. A seguire si avrà l’opening della mostra “L’età del dubbio”. Clang, lo spazio espositivo e di ricerca per le arti contemporanea continua così il suo progetto artistico pieno di passione.

La prima opera visibile realizzata dalle due artiste è un blog nel quale giornalmente postano foto, commenti, idee. Raggiungibile all’indirizzo web: www.letadeldubbio.blogspot.com, questo diario digitale é nato come un’opera, per raccogliere anche “i dubbi degli altri” e vari scritti sul tema del dubbio. Le due artiste hanno infatti invitato artisti, curatori e interlocutori vari a collaborare, come alla ricerca di un testo, di uno specchio, di parole simili o lontane dalle loro, per creare una confusione e al tempo stesso una fusione tra parole di un argomento che riguarda tutti.

Confessioni, paure, dibattiti su “L’età del dubbio” convergeranno nella mostra che appunto verrà inaugurata la sera del 9 agosto quando avrà contemporaneamente termine la residenza artistica. Clang in queste settimane si è  trasformata in una “casa”, inedita dimora per le due artiste  Modica e Usunier che stanno vivendo nella project room dello spazio.

Dopo il tempo trascorso insieme, in relazione con la città, con le persone del luogo, con il ritmo del paese, è iniziata la progettazione per i lavori che andranno in mostra il 9 agosto.
“Il lavoro finora si è basato sulla nostra convivenza, sulla condivisione degli spazi – hanno commentato le due artiste sul blog - sul nostro modo di lavorare sia insieme che individualmente. Gli sguardi si sono intrecciati, quello di una che conosce Scicli da sempre e l’altra che la vede per la prima volta. Gli occhi di ognuno fanno da filtro per l’altra, una scruta i difetti l’altra i pregi, una i lati oscuri e l’altra le luci, guardiamo i contrari e i lati diversi della città che come qualcuno ha detto è una città alla rovescia, capovolta e non sai mai su quale lato sei, rimane sempre un dubbio”.

27 luglio 2013

https://www.facebook.com/clangsite

Ospiti  in qualità di scrittori e pensatori invitati dalle artiste saranno a Scicli per due Talk aperti al pubblico:


7 agosto | ore 20:00

TALK | Grotta del Timponello quartiere San Bartolomeo ingresso Chiafura

Luigi Fassi

Francesco Lucifora

Francesca Alfano Miglietti  che presenterà il film di Vic Muniz Waste Land

Durante la serata sarà offerto un aperitivo-cocktail.


9 agosto | ore 20:00

TALK | Giardino di San Giovanni Via Mormino Penna

Don Antonio Sparacino                             

Francesco Lauretta

Dopo il TALK, il pubblico sarà invitato a CLANG per l'OPENING della mostra L'ETA DEL DUBBIO.

Durante la serata sarà offerto un aperitivo-cocktail.


SCHEDE OSPITI TALK


FRANCESCA ALFANO MIGLIETTI (FAM)

Teorico e critico d’arte, docente di Teorie e Metodologie del Contemporaneo all'Accademia di Belle Arti di Brera, docente di Arte Contemporanea al Master in Fashion Design alla Domus Academy, Milano.
 Curatore di mostre, rassegne e convegni, vive a Milano.
 La sua ricerca è  incentrata su: il corpo e le sue modificazioni, le nuove tecnologie, il rapporto tra visibile e invisibile come frontiera di nuove poetiche contemporanee e sulle contaminazioni di linguaggi.
 Ha ideato e diretto la rivista Intervallo/Incidenti  e la rivista VIRUS Mutations.
 Premio Luigi Carluccio alla Critica d’Arte 1990
 Commissario alla Biennale Arti Visive di Venezia 1993
 Commissario alla Biennale Teatro Danza di Venezia 2005
 Commissario alla Biennale Teatro Danza di Venezia 2006
 E’ direttore artistico dello spazio Nonostante Marras, Milano


LUIGI FASSI

Luigi Fassi è visual arts curator presso lo Steirischer Herbst festival a Graz in Austria. Dal 2009 al 2012 è stato direttore di ar/ge kunst Galerie Museum di Bolzano dove ha organizzato progeti personali di of William E. Jones, Runo Lagormarsino, Alejandro Cesarco, Chto Delat?, Eva Kotatkova and Katarina Zdjelar. Nel 2008-09 è stato Helena Rubinstein Curatorial Fellow presso il Whitney Museum  ISP di New York.
Suoi articoli sono apparsi su Artforum, Domus, Site and Mousse ed è autore di Clement Greenberg. L’avventura del Modernismo (Milano, 2011) e Time Out of Joint: Recall and Evocation in Recent Art (Yale, 2009). Presiede il comitato di Present Future at Artissima, Torino, ed è membro del comitato scientifico della Fondazione Morra Greco a Napoli.


FRANCESCO LUCIFORA Francesco Lucifora è nato a Modica nel 1976.
Curatore e critico d’arte, ha lavorato per istituzioni museali nazionali ed enti privati per la diffusione e promozione dei linguaggi dell’arte contemporanea.
Ha studiato sociologia della comunicazioni e mass media con una tesi sulla storia della videoarte italiana e si è specializzato in curatela museale allo IED di Roma.
Fondatore del CoCA center of contemporary arts- archivio biblioteca arti contemporanee di Modica che dal 2010 ha collaborato con entità a Roma, Siviglia, Belgrado, Torino e con artisti chiamati ad operare con forme di interventi site specific in luoghi delocalizzati e non deputati all’esposizione. Visiting professor per Real Presence, workshop internazionale per Kulturni Center Grad e Accademia di Belle Arti di Palermo.
Ha partecipato come assistente al curatore al progetto di residenze Etico F e la mostra Sotto quale cielo per la cura di Daniela Bigi e il sostegno del Museo Riso.
Ha firmato progetti europei dedicati al contemporaneo per il Comune di Modica e la provincia di Ragusa insistendo sul sud-est come luogo energico e vitale.
Attualmente è consulente della Galleria Clou di Ragusa e coordinatore dello starting workshop del Borgo degli Artisti e collabora al MAR di Siracusa.Scrive per Arte e Critica, artapartofculture.net, kaput.org e Giornale di Sicilia.


FRANCESCO LAURETTA

Dopo studi tecnici, si trasferisce a Venezia e frequenta l'Accademia di Belle Arti nell’aula di Emilio Vedova. Si diploma nel 1989 presentando la tesi su James Lee Byars, artista americano incontrato a Venezia, che influenzerà le prime opere esposte a Torino, dove si trasferirà nel 1991.
A Torino conosce gli artisti dell'arte povera e inizia a realizzare opere installative.
Comincia ad esporre opere bianche, sculture monumentali che rasentano il minimalismo, e olfattive. Utilizza petali di sapone che deposita su cassetti che destabilizzano elementi riconoscibili d'uso comune quali sofà, altari, porte, pareti, eccetera.
Espone anche lettere e progetti simili a grandi cartoline su pergamene trasparenti. Nel 1992 incomincia a riflettere sulle possibilità della pittura, intorno al suo medium, e realizza la prova di un primo quadro che definisce "fotocoppia": la copia fedele di una fotocopia, realizzata con colori ad acqua in bianconero, che riproduce lo scolabottiglie di Marcel Duchamp.
Nel 2003, dopo un breve viaggio nella sua terra d'origine, si definisce pirandellianamente pittore, e da quel momento si approfondisce il tormentato rapporto con questo medium che lo conduce oggi a definirsi un “ingegnere” ponendo l'accento non tanto sulla semplice rappresentazione quanto sulla costruzione. Tra il 2003 e il 2011 espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero e realizza alcuni video grotteschi, vere e proprie riflessioni sui luoghi comuni degli artisti, e sui rapporti marginali tra arte e territorio.
Nel 2007 vince il Premio Agenore Fabbri e si trasferisce a Firenze.
Nel 2010 inizia a scrivere alcune allegorie dal titolo "I racconti funesti" che spiegano l'opera della costruzione - un processo che da quel momento lo assorbe totalmente - col disegno (gli spolveri), con la pittura, con la scrittura, il video, la performance. 


clangsite.it  |  info@clangsite.it

lunedì 29 luglio 2013




un'apparente asserzione ma anche un baratro...del dubbio. Radicale, a partire dalla prima persona..!
Paolo Parisi




*
une apparente affirmation mais aussi un gouffre...du doute.
Radical, à partir de la première personne..!

il dubbio del fare


HIC ET NUNC



HIC ET NUNC


Sono una statua mutila

in fondo ad un'acqua chiara.


Fermato in un gesto - e spezzato.


Soltanto un tremore di cose

specchiate - alberi che s'incielano

e rapidi voli - può darmi

delirio di tempo,

mutare il nulla in parola.


Leonardo Sciascia (la Sicilia, il suo cuore)




Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921-Palermo, 20 novembre 1989), scrittore, saggista, giornalista, politico, poeta, sceneggiatore, drammaturgo e insegnante di scuola elementare siciliano.



*

HIC ET NUNC

Je suis une statue mutilée

au fond d'une eau claire.


Arrêté dans un geste- et brisé.


Seul un frisson de choses

reflétées - arbres qui s'élancent dans le ciel

et vols rapides - peut me donner

le délire du temps,

changer le néant en parole.



Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 janvier 1921-Palerme, 20 novembre 1989), écrivain, essayiste, journaliste, homme politique, poète, scénariste, dramaturge et enseignant d'école élémentaire sicilien.

sabato 27 luglio 2013

Età del dubbio o Elogio del dubbio?




Di ritorno da un viaggio, breve ma intenso, da Tirana (Albania), forse le nuvole e il sole mi hanno portato ad un "Elogio del dubbio".

Se penso al dubbio e allo stato per il quale si dubita, rimando la parola dubbio al suo opposto, cioè al non sentirsi sicuri di o per qualcosa, non avvertire quella certezza per la quale – in un gioco di parole – si potrebbe invece dire e affermare qualcosa “senza ombra di dubbio”, “sans doute”, ecc.

Il dubbio è però duplice. La doppia faccia della stessa medaglia. Ha, cioè, aspetti in un certo senso negativi e altri positivi (o meglio, propositivi).

A livello sociale, specie nell’ultimo decennio, il dubbio affligge (accezione negativa) e coinvolge (accezione positiva) pressoché tutti. Le certezze di un lavoro stabile e duraturo non ci sono più (almeno nei paesi occidentali della vecchia Europa), e sicuramente questo è un dato significativo per leggere l’attuale “Età del dubbio” – così come proposta e suggerita da Sophie Usunier e Concetta Modica.

Credo non siano poche le persone “colpite” dal dubbio, e questo è un altro dato di realtà perché non immaginerei diversamente la diffusione di una sorta di insonnia epidemica per la quale sono aumentate a livelli esponenziali le vendite di psicofarmaci. Per contro, vi sono anche forme di elogio e celebrazione dello stato di sospensione creato dall’effetto stordente e anestetizzante delle benzodiazepine. Chi di noi, in fondo, non ha mai sentito la diffusione di feste chiamate “Xanax party”?. Ma questo è un altro discorso.



Contrariamente al dubbio, dunque alla mancanza di fiducia, mi chiedo in ogni caso se potremmo mai essere realmente e pienamente fiduciosi e speranzosi in noi stessi e negli altri. Senza cioè dubitare di noi e degli altri mettendone in discussione le sicurezze. Non credo si possa. Ma credo anche che la fiducia sia prima di tutto verso le nostre intuizioni, ciò che ci fa (o dovrebbe farci) muovere per primi. Inoltre, non penso nemmeno potremmo mai avere la certezza totale di essere ricambiati, nei sentimenti come nelle aspettative. Anzi, meno aspettative si hanno, maggiore è la gratificazione e la gioia che possiamo ricevere indietro. Le nostre esistenze sono in ogni modo segnate da una ricerca spasmodica e quasi disperata di sicurezze costanti e permanenti. E in tutte le sfere della vita, dalla richiesta di fedeltà al partner, convenzionalmente proclamata con il matrimonio o con forme contrattuali di unione simili, alla sicurezza lavorativa con contratti a tempo indeterminato, o ancora a mutui e prestiti finanziari che ci garantiscono una proprietà di un bene che tende a essere immutabile e irreversibile. Tutto questo è sostanzialmente un paradosso, poiché le nostre vite non sono costanti e immutabili. Al contrario, esse sono continuamente in movimento, come in movimento sono i sentimenti. Quanto provo interiormente oggi, e al quale cerco di dare un nome e definire descrivendolo a parole, non sarà lo stesso che proverò domani (pur chiamandolo con lo stesso sostantivo, es. amore, amicizia, stima, fiducia, ma anche rancore, rabbia, ecc.).

Se sappiamo e diamo per assodato che i nostri corpi sono costituiti da emozioni e che queste ci tengono vivi (dai brividi in superficie a quanto di più viscerale si annida nello stomaco), perché mai dovremmo cercare stabilità? Non ho una risposta e nemmeno certezze. Anzi, se si potesse porre una domanda come questa a qualcuno, la sottoporrei – se fosse una persona – al dubbio stesso. Le emozioni, e qui lo sottolineo ricorrendo all’etimologia della parola, sono qualcosa “che si muove e tende a portare fuori”. Se così è, perché mai allora dovremmo “importare” dentro la stabilità e la permanenza?

Viviamo in ogni caso un presente del tutto nuovo rispetto alle generazioni precedenti.

Siamo perennemente tesi in un tempo che sembra non proiettarci lontano, e intendo né indietro (in termini di nostalgie passatiste) né avanti (senza cioè prospettive a lunga scadenza). Il dubbio coincide dunque con quella tensione “dello stare esattamente nell’oggi”, un tempo incerto quanto corrispondente al momento contingente. Il presente, appunto.

Rispetto all’elogio del dubbio e del presente, ricordo le parole di Cesare Pietroiusti in un’intervista. Lui invita a imparare a “dubitare del dubbio stesso”. Solo dubitando, e lo confermo, si è in movimento come le emozioni di cui sopra. E dubitando una cosa non si ferma: la ricerca di senso.

Buon dubbio a tutti.

Claudio Cravero



*

De retour d'un voyage, bref mais intense, à Tirana (Albanie), peut-être que les nuages et le soleil m'ont amené à un "Eloge du doute".
Si je pense au doute et à l'état pour lequel on doute, je l'oppose à la certitude, c'est-à-dire au fait de ne pas se sentir sûr de ou pour quelque chose, de ne pas ressentir cette conviction qui pourrait dans un jeu de mot, nous faire dire et affirmer au contraire quelque chose "sans l'ombre d'un doute", "sans doute", etc.
Mais le doute est double. Les deux faces de la même médaille. Dans un sens, il a des aspects négatifs et d'autres positifs (ou mieux, proactifs). 
Au niveau social, spécialement pendant ces dix dernières années, le doute tourmente (acception négative) et touche (acception positive) au peu près tout le monde.
Les certitudes d'un travail stable et durable n'existent plus (du moins dans les pays occidentaux de la vieille Europe), et cela est certainement une donnée significative pour comprendre l' "âge du doute" actuel- proposé et suggéré par Sophie Usunier et Concetta Modica.
Je crois que les personnes "touchées" par le doute sont plutôt nombreuses, et cela est une autre donnée évidente sinon comment pourrais je m'expliquer la diffusion d'une sorte d'insomnie épidémique qui a crée une augmentation croissante de la vente de médicaments psychopharmacologiques. Par contre, il y a aussi des formes d'éloge et de célébration de l'état de suspension crée par l'effet étourdissant et anesthésiant des Benzodiazépines. Qui de nous n'a jamais entendu parler de la diffusion des fêtes appelées " Xanax party" ? Mais ceci est un autre discours.
 Contrairement au doute, au manque de confiance donc, je me demande si nous pourrions vraiment avoir pleinement confiance et espérance en nous même et dans les autres. C'est à dire sans douter de nous et des autres en remettant en question les certitudes. Je ne crois pas que ce soit possible. Mais je crois que la confiance est avant tout la confiance envers nos intuitions, c'est à dire envers ce qui nous fait (ou devrait nous faire) agir en premier. De plus, je ne pense pas non plus que nous pourrions vraiment avoir la pleine certitude  d'avoir en retour, que ce soit au point de vue des sentiments comme des attentes. Au contraire, moins il y a d'attentes et plus grande est la gratification et la joie que nous pourrons recevoir.
Nos existences sont marquées par la recherche spasmodique et presque désespérée de sécurités constantes et permanentes. Et ceci dans tous les domaines de notre vie, de la demande de fidélité du partenaire, conventionnellement proclamé avec le mariage ou avec des formes contractuelles d'unions semblables, à la sécurité de l'emploi avec des Cdi, ou encore à des crédits et prêts financiers qui nous garantissent la propriété d'un bien qui tend à être immuable et irréversible. Tout cela est en substance un paradoxe, puisque nos vies ne sont pas constantes et immuables. Au contraire, elles sont continuellement en mouvement, comme le sont aussi les sentiments. Tout ce que je ressens intérieurement aujourd'hui et que j'essaie de nominer et de définir par des mots, sera différent de ce que j'éprouverai demain (même si le mot ne change pas, ex. amour, amitié, confiance, mais aussi ressentiment, colère, etc.)
Si nous savons et si nous considérons comme acquis que nos corps sont constitués d'émotions et que celles-ci nous rendent vivants (des frissons en superficie à tout ce qui est plus viscéral et qui est en gestation dans notre estomac), pourquoi devrait-on alors rechercher la stabilité? Je n'ai pas de réponse et ni même de certitudes. Au contraire, si on pouvait poser une question comme celle-ci à quelqu'un, je la poserais si c'était une personne, au doute lui -même. 
L'émotion, et là je le souligne en m'appuyant sur l'étymologie du mot, est quelque chose "qui se meut et qui tend à extérioriser". Si c'est ainsi, pourquoi alors devrions nous "importer" la stabilité et la permanence?
Nous vivons en tous les cas un présent complètement nouveau par rapport aux générations précédentes.
Nous sommes continuellement tendus dans un temps qui semble ne pas nous projeter loin,  je veux dire ni en arrière (en terme de nostalgie passéiste) ni en avant (sans perspectives à long terme). Le doute coïncide donc avec cette tension d'"être exactement dans l'aujourd’hui", un temps incertain qui correspond au moment contingent. Le présent, justement.
Par rapport à l'éloge du doute et du présent, je rappelle les paroles de Cesare Pietroiusti dans un entretien. Il invite à apprendre à "douter du doute lui-même".  C'est seulement en doutant, et je le confirme, qu'on est en mouvement comme les émotions citées ci-dessus. Et en doutant, une chose ne s'arrête pas: la recherche de sens.
Bon doute à tous
Claudio Cravero


Nel dubbio, scelgo il bianco. 
Giuseppe Volpino


*
Dans le doute, je choisis le blanc.

venerdì 26 luglio 2013

Una foto molto dubbiosa,


C'è anche questa che è dubbiosa sulla cultura del progetto.


Gianni Romano




*
Une photo très douteuse
Celle-ci aussi est douteuse sur la culture du projet.


Mon doute en pj.
Joël Cherpitel


*
Il mio dubbio in allegato.

giovedì 25 luglio 2013


Ho meditato a lungo in un luglio davvero denso di dubbi che mi attanagliano.
L'unica che alla fine continua a prevalere sempre è una massima del grande Borges che considero vera  e importante: 
"Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza"
Cecilia Di Lorenzo




*

J'ai longtemps médité durant un mois de juillet tourmenté par mes nombreux doutes.
Et finalement, ce qui continue encore et encore à prévaloir c'est une maxime du grand Borges que je considère vraie et importante:
"Le doute est un des noms de l'intelligence"



Ho trovato questo libro sul pullman Milano-Malpensa, perso da qualcuno che certamente era già partito e non l’avrebbe quindi più ricercato. Ho iniziato a leggere e a sfogliare le pagine. È stato a pagina 26 che ho fatto la mia piccola scoperta (...) L’incontro fortuito con quella pubblicazione in un luogo in cui le persone passano, salgono, viaggiano e scendono senza solitamente lasciar traccia, ha scaturito molti pensieri. Chi ha lasciato il libro sul pullman, lo ha perso o volutamente abbandonato? Chi acquista un libro per poi censurarne meticolosamente tutte le immagini legate al corpo nudo? Con quale intento? The POST-IT Book 
Martina della Valle 2012


*
J'ai trouvé ce livre sur l'autobus Milano-Malpensa,laissé par quelqu'un qui s'était certainement déjà envolé, et qui donc ne serait pas parti à sa recherche. J'ai commencé à le lire et à feuilleter les pages. C'est à la page 26 que j'ai faite cette découverte (...)
J'ai été capturée par la rencontre fortuite avec ce livre dans un lieu où les personnes passent, montent, voyagent et descendent sans généralement laisser de trace. Celui qui a laissé le livre sur l'autobus, l'a t'il vraiment perdu ou l'a t'il abandonné volontairement? Qui peut acheter un livre pour ensuite en censurer méticuleusement toutes les images liés au corps nu? Dans quelle but? The POST-IT Book
Sono davvero, o sarò mai, quello che voglio essere?
Damiano Gulli



*
Je suis vraiment, ou je ne serai jamais, ce que je veux être?
I miei nacquero quando decisi di assaporare il senso della vita in modo autentico, vivendola a modo mio e non come gli adulti, i genitori, gli insegnanti, la religione, la cultura mi avevano insegnato. Cosi', di fronte all'opportunita' di essere libero, nacquero i primi dubbi che ancora oggi mi offrono lo spunto per riflettere, trasformandosi in opportunita' di vivere una vita autentica e prospera di idee, di liberta' e di ribellione. Amo il dubbio che mi sa guidare in territori inattesi e inesplorati. Amo il dubbio che mi fa fare un passo indietro e anche quello che ti fa fare cento passi avanti. Amo i dubbi perche' senza di quelli oggi non sarei me stesso. 
Marco Ferri



Mes doutes sont nés quand j'ai décidé de savourer véritablement le sens de la vie, en la vivant à ma manière et non pas comme me l'avaient enseignée les adultes, les parents, les enseignants, la religion, la culture. Ainsi, face à l'opportunité d'être libre, sont nés les premiers doutes qui encore aujourd'hui m'offrent l'occasion de réfléchir, transformant ma vie de manière authentique et riches d'idées, de liberté et de rébellion. J'aime le doute qui sait me conduire dans des territoires inattendus et inexplorés. J'aime le doute qui me fait faire un pas en arrière, mais aussi cent pas en avant. J'aime les doutes parce que sans eux je ne serais pas ce que je suis maintenant.

mercoledì 24 luglio 2013

Nel dubbio, mi astengo.
Antonio Cos


*
Dans le doute, je m'abstiens.
...credo di aver lasciato la pentola a pressione sul fuoco scordandomi di chiudere l'acqua mentre riempivo la vasca da bagno dimenticandomi il portatile sul balcone senza aver chiuso la finestra durante il temporale con il ferro da stiro acceso sul mio vestito nero di voile appoggiato sul materasso...al momento mi trovo al check-in dell'aeroporto e svuotando la borsa non trovo le chiavi di casa che probabilmente ho lasciato nel corridoio quando ho gettato il mozzicone di sigaretta che non sono sicura di aver spento bene nel cestino della carta straccia dimenticandomi di chiudere la porta della gabbia dei topolini...o forse lo sto solo immaginando.
Rebecca Agnes


*
... Je crois que j'ai laissé la cocotte minute sur le feu et le robinet ouvert de la baignoire qui se remplissait en oubliant le portable sur le balcon sans avoir fermé la fenêtre durant l'orage et le fer à repasser allumé sur ma robe de voile noir étendue sur le lit...
Je me trouve en ce moment au check-in de l'aéroport et en cherchant dans mon sac je ne trouve pas les clés de la maison que j'ai probablement laissées dans le couloir au moment où j'ai jeté mon mégot que je ne suis pas sûre d'avoir bien éteint dans la poubelle à papier oubliant de fermer la porte de la cage des souris...ou peut-être je suis juste en train de me l'imaginer.

martedì 23 luglio 2013

Biscotti o salatini?
Vorrei scrivere un libro di cui so solo il titolo: Biscotti o salatini? Sai perché? perché quando prendi l'aereo, ti chiedono sempre biscottini o salatini? E' una domanda proprio cretina e loro te la pongono come se ti chiedessero caviale o champagne. Biscotti o salatini, biscotti o salatini… siccome viaggio tanto, sento dire sempre biscotti o salatini?
E' diventato il titolo di un dubbio ridicolo,
ormai ho acquisito una certa esperienza e dico sempre salatini, mi sto specializzando.Pensa che il loro lavoro consiste in questo, chiedere tutto il giorno Biscotti o salatini?
Daniela Agosta


*
Biscuits sucrés ou biscuits salés? 
J'aimerais écrire un livre dont je sais seulement le titre: Biscuits sucrés ou biscuits salés ? Sais tu pourquoi? Parce que quand je prends l'avion, ils te demandent toujours biscuits sucrés ou biscuits salés? C'est vraiment une question bête, et eux ils te la posent comme si ils te proposaient caviar ou champagne. Biscuits sucrés ou biscuits salés, biscuits sucrés ou biscuits salés... comme je voyage beaucoup, j'entends toujours biscuits sucrés ou biscuits salés ?
C'est devenu le titre d'un doute ridicule, à l'heure qu'il est j'ai acquis une certaine expérience et je réponds toujours biscuits salés,  je suis en train de me spécialiser. Imagine toi que leur travail consiste en cela, demander toute la journée biscuits sucrés ou biscuits salés ?



Il dubbio crea una condizione benefica della coesistenza sociale, consente alterità, moltiplicazioni, è generativo.Nel dubbio posso introdurre l'eventualità che la mia opinione non sia immutabile, che la cultura non debba essere assertiva, che la scienza non dia significati definitivi.Il dubbio costruisce sentieri, la sua assenza si concretizza in sbarramenti.L'arte coltiva dubbi, perché apre una biforcazione ogni volta che va a insistere sulla realtà, dimostrando l'esistenza di una via in più, di una interpretazione non prevista, una visione che è ammissibile solo dubitando.
Pietro Gaglianò



*
Le doute crée une condition bénéfique de la coexistence sociale, il permet l'altérité, la multiplication et il est générateur. Dans le doute je peux introduire la possibilité que mon opinion n'est pas immuable, que la culture ne doit pas être exclusivement affirmative, que la science ne donne pas de sens définitifs. Le doute établit des chemins, et son absence produit des barrières. L'art cultive le doute, parce qu'il ouvre une bifurcation à chaque fois qu'il persiste dans la réalité: démontrant l'existence d'un autre chemin, d'une interprétation qui n'avait pas été prévue, d'une vision qui ne peut être admise seulement dans le doute.








Ciao...cioè...non sò se rispondervi? voi che dite?

Pier Attilio Cinzio Prevedello
Fabrizio Prevedello


*
Ciao...c'est-à-dire...je ne sais pas si je dois vous répondre? vous, qu'en dites vous?

Pier Attilio Cinzio Prevedello
Fabrizio Prevedello

matita su carta gialla
Luca Pozzi



*

Dessin au crayon sur feuille jaune

lunedì 22 luglio 2013

Ciclo a Scicli







*Cycle à Scicli

Cari amici 

stiamo raccogliendo suggestioni sul tema del dubbio per un progetto
nato all'interno di una residenza in Sicilia dal titolo "l'età del dubbio":
Volevamo chiedervi se avete voglia di mandarci un'immagine o un pensiero o degli
spunti sui vostri dubbi o in generale sul dubbio.
Ci piacerebbe che nel progetto fossero presenti voci molteplici e amiche con cui confondersi e confrontarsi, come tante voci senza inizio e fine o soluzione.
Un perenne dubbio che forse ci porterà a una risposta....
Vi aspettiamo numerosi
un caro saluto
Concetta e Sophie



*

Bonjour à tous,

Nous sommes en train de recueillir des suggestions sur le thème du doute pour un projet via blog intitulé " l'età del dubbio" (l'âge du doute) qui est aussi le titre de notre résidence.
www.letadeldubbio.blogspot.com
Nous voudrions vous faire participer à travers l'envoi d'une image, d'une pensée, de brefs écrits sur vos doutes ou sur le doute en général.
Nous aimerions  que ce projet devienne une plateforme à voix multiples où chacun pourra se confondre et se confronter, comme autant de voix sans début, ni fin, ou même sans solution.

Un éternel doute qui peut-être nous portera à une réponse…


un caro saluto
Concetta e Sophie


domenica 21 luglio 2013

filosofi


Questa non-coincidenza, questa discronia non significa, naturalmente, che contemporaneo sia colui che vive in un altro tempo, un nostalgico che si sente a casa più nell'Atene di Pericle o nella Parigi  di Robespierre e del marchese di Sade che nella città o nel tempo in cui gli è stato dato di vivere.

Un uomo intelligente può odiare il suo tempo, ma sa in ogni caso di appartenergli irrevocabilmente, sa di non poter sfuggire al suo tempo.
La contemporaneità è, cioè, una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura o un anacronismo. Coloro che coincidono troppo perfettamente con l’epoca, che combaciano in ogni punto perfettamente con essa, non sono contemporanei perchè, proprio per questo, non riescono a vederla, non possono tenere fisso lo sguardo su di essa…
"Che cosa è il contemporaneo" Giorgio Agamben


*
Cette non-coïncidence, ce décalage ne signifie pas, naturellement, que contemporain est celui qui vit dans un autre temps, un nostalgique qui se sent plus à son aise dans l'Athène de Pericle ou dans la Paris de Robespierre et du Marquis de Sade plutôt que dans la ville et dans le temps qui lui ont été imparti.
Un homme intelligent peut haïr son époque mais il sait très bien qu'il lui appartient irrévocablement, il sait qu'il ne peut échapper à son temps.
Le contemporain c'est donc une relation unique avec son propre temps, qui adhère à lui mais garde en même temps ses distances; Plus précisément, cette relation avec le temps c'est celle qui adhère à lui à travers un écart ou un anachronisme. 
Ceux qui coïncident trop parfaitement  avec leur époque, qui correspondent en tout parfaitement à elle, ne sont pas contemporains car, justement pour cela, ils ne réussissent pas à la voir, ils ne peuvent pas maintenir un regard fixe sur elle...
"Qu'est-ce que le contemporain" Giorgio Agamben


giovedì 18 luglio 2013

4,5 ore da qui


Lovett/Codagnone a Palermo Cantieri della Zisa courtesy FPAC

martedì 16 luglio 2013

sentirsi sotto sopra




“Senza titolo” (1993-2008) di Jannis Kounellis
Museo Riso, Palermo



*se sentir sens/sans dessus dessous

il mio grande dubbio


Da più di 10 anni ho un grande dubbio, e soprattutto pochi mezzi. 
Restaurare adesso o più tardi la mia macchina del 1957, la stessa macchina con cui Pasolini fece il giro delle coste italiane nel 1959?  

CM

*
Depuis plus de 10 ans, j'ai un énorme doute, et surtout peu de moyens. Restaurer maintenant ou plus tard ma voiture qui date de 1957, la même voiture avec laquelle Pasolini a fait son tour des côtes italiennes en 1959?

domenica 14 luglio 2013

La forma dell'acqua

"devo fare qualcosa, o non devo fare qualcosa, 




devo fare o non devo  fare,


                              

devo agire oppure devo stare fermo,





devo fare una scelta o non devo fare una scelta



                             con la pancia o con la testa"
                                               Daniela Agosta


                                                                  





*la forme de l'eau



"Je dois faire quelque chose ou je ne dois rien faire,
je dois faire ou je ne dois pas faire
je dois agir ou je dois rester tranquille
je dois faire un choix, ou je ne dois pas faire de choix

avec le ventre ou avec la tête"


Esorcismo




"agirei sempre d'istinto, 

                    ma siccome ho paura , uso la ragione





e alla fine agisco come una pazza, 

perché poi penso che qualcosa la devo fare



infatti quando entro in questo sistema, ho già paura e scelgo la cosa meno ragionevole



crescendo le paure invece di diminuire, sono aumentate"
Daniela Agosta

                                                



* Exorcisme

"j'agirais toujours par instinct, mais comme j'ai peur, j'utilise la raison, et au final j'agis comme une folle, parce que je me dis que je dois faire quelque chose. En fait, quand je commence à entrer dans ce raisonnement, j'ai déjà peur et je fais le choix le moins raisonnable.
En grandissant les peurs, au lieu de diminuer, ont augmenté"