(*en cours de traduction)
Parlo del dubbio che un'opera che ho qui in collezione obbliga a superare. l'opera è di luca. non penso di fare cambiamenti...
Vedere o essere visti (2008) è il titolo dell’installazione di Luca Pancrazzi nella Collezione del Museo d’arte per bambini a Siena. Le foto, di Carlo Aldinucci, sono state fatte ad un dettaglio dell’opera, in realtà costituita da molti elementi.
... e di una parte voglio scrivere... accennare...
Occhi che si incrociano, occhi che coesistono e scorrono sulla superficie di una lente che una fotografia, quasi magicamente, riesce a suggellare, portando alla coabitazione immagini che si possono sovrapporre ma mai si possono “fissare” nel loro co-esistere. Infatti, questa azione è impossibile nella vita naturale e quotidiana dell’opera, la quale, nella dinamicità della mutevolezza del suo esserci nel presente, lascia scorrere l’immagine dell’hic et nunc, avendo fermato, dall’inizio, soltanto lo sguardo dietro la lente.
E’ lo sguardo che viene dal passato (lo sguardo di Giacomo II bambino, miniatura inglobata nell’installazione di Luca Pancrazzi) che osserva immoto altri occhi che a volte dimostrano la curiosità di vedere, mentre altre volte, persi nella ricerca di sé, possono sgranarsi ignari/ciechi di fronte a quello sguardo instancabile.
La foto ha reso possibile, nel senso che ha reso visibile quello che nella realtà comporta una scelta, non è possibile tenere lo sguardo sugli occhi celati dalla lente e sul tuo sguardo riflesso.
L’opera obbliga a scegliere, se non scegli nulla di te si rifletterà nell’opera, ma sarai come un dubbio fugace che come appare scompare. Ma la scelta prevede nella sua pratica il passaggio attraverso il dubbio, puoi scegliere di attraversarlo come saetta, rimanere ignaro rispetto alla scelta o scegliere di non scegliere ... e in seguito ... questo diventa individualità, questo è aneddoto.
Anche la foto reca la traccia del dubbio nella sua sintesi formale, nella sua sintesi ha dovuto ammettere il dubbio che si manifesta (come altrimenti?) in fuoco e fuori-fuoco. Del resto... Vedere o essere visti
Michela Eremita
(*en cours de traduction)
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parlo del dubbio che un'opera che ho qui in collezione obbliga a superare. l'opera è di luca. non penso di fare cambiamenti...
Vedere o essere visti (2008) è il titolo dell’installazione di Luca Pancrazzi nella Collezione del Museo d’arte per bambini a Siena. Le foto, di Carlo Aldinucci, sono state fatte ad un dettaglio dell’opera, in realtà costituita da molti elementi.
... e di una parte voglio scrivere... accennare...
Occhi che si incrociano, occhi che coesistono e scorrono sulla superficie di una lente che una fotografia, quasi magicamente, riesce a suggellare, portando alla coabitazione immagini che si possono sovrapporre ma mai si possono “fissare” nel loro co-esistere. Infatti, questa azione è impossibile nella vita naturale e quotidiana dell’opera, la quale, nella dinamicità della mutevolezza del suo esserci nel presente, lascia scorrere l’immagine dell’hic et nunc, avendo fermato, dall’inizio, soltanto lo sguardo dietro la lente.
E’ lo sguardo che viene dal passato (lo sguardo di Giacomo II bambino, miniatura inglobata nell’installazione di Luca Pancrazzi) che osserva immoto altri occhi che a volte dimostrano la curiosità di vedere, mentre altre volte, persi nella ricerca di sé, possono sgranarsi ignari/ciechi di fronte a quello sguardo instancabile.
La foto ha reso possibile, nel senso che ha reso visibile quello che nella realtà comporta una scelta, non è possibile tenere lo sguardo sugli occhi celati dalla lente e sul tuo sguardo riflesso.
L’opera obbliga a scegliere, se non scegli nulla di te si rifletterà nell’opera, ma sarai come un dubbio fugace che come appare scompare. Ma la scelta prevede nella sua pratica il passaggio attraverso il dubbio, puoi scegliere di attraversarlo come saetta, rimanere ignaro rispetto alla scelta o scegliere di non scegliere ... e in seguito ... questo diventa individualità, questo è aneddoto.
Anche la foto reca la traccia del dubbio nella sua sintesi formale, nella sua sintesi ha dovuto ammettere il dubbio che si manifesta (come altrimenti?) in fuoco e fuori-fuoco. Del resto... Vedere o essere visti
Michela Eremita